Open/Close Menu La danza è indirizzata a chiunque e si applica nel campo dell’istruzione e della riabilitazione con persone che hanno difficoltà relazionali o psichiche, disabilità fisiche o sensoriali.

La danza, la lirica e il Nepal

di Pio Campo

Un palazzo del 1500 in pieno centro storico, una città italiana… Unica, misteriosa, antica e moderna.

Le sue contraddizioni, le voci, luci.

Cammino verso il portone che attraverso per entrare nelle sale dell’Accademia della lirica dove incontrerò dei cantanti che desiderano aprirsi al movimento.

Sono sale intrise di racconti, sussurri d’altre epoche che scivolano sulle pareti, serpeggiano fra le piastrelle del pavimento, si appoggiano alle piante, spariscono nella terra dei vasi.

Un pianoforte nero, a coda, divani d’epoca, quadri oscuri, tappeti.

Appesi ovunque, persino sui lustri, fantasmi bianchi e trasparenti, languidi e assonnati, si scambiano occhiate prive di tutto.

Solo occhi che guardano, vuoti.

Li osservo anche io mentre snocciolo un rosario silenzioso di richieste di permessi… Non voglio invadere ne’ disturbare. E’ il loro regno il luogo in cui arriva la danza.

Amo poter accedere a luoghi in cui un linguaggio non accademico come quello che porto in me può affiancarsi a uno studio più classico e generare altri risvegli.

Sono ad attendermi aperti e accoglienti.

Ancor prima che parlino intuisco le voci che li abitano, la dedizione , le lunghe ore di prove, l’affidarsi alla tecnica.

So senza ascoltarli cantare che hanno dimestichezza con note, timbri, estensioni, picchi, gravi e acuti.

Sono tenori, contralti, soprani, bassi.

Condividere…

So che il movimento fa sì che la voce possa toccare la pelle e scioglierla, farla vibrare e trasformarsi, aprirsi, contrarsi, fremere.

Ed è su questo sentiero che ci avventuriamo con l’unica direzione che ci guida verso il “sentire”.

Leggo oggi le notizie sul Nepal.

Ho amato questa terra, l’ho potuta comprendere in alcuni misteri, danzarla con le sue donne frantumate e forti nei loro sari colorati, respirarne i sapori e le spezie..

Dopo l’onda distruttiva del terremoto, oggi, da un mese a questa parte, è iniziato un blocco dei carburanti alla frontiera con l’India, imposto da chi si oppone alla nuova costituzione e appoggiato da Delhi.

Kathmandu, questa città che si distingueva per le sue folle esotiche e caotiche, i suoi templi e la sua storia, è diventata un labirinto infinito tessuto da interminabili file di camion e bus rimasti a secco, che intasano le strette vie di comunicazione che la collegano al resto del paese, generando un ulteriore caos.

Un Paese in ginocchio.

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