E che sia ora Gratitudine
di Pio Campo
Fra due giorni compirò 57 anni. Sono un uomo adulto che si muove sulla scia della danza. Il mio corpo cambia ma il mio cuore respira leggerezza. Sento il piacere di stare al mondo e di percepire che ogni giorno imparo.
Amo affidarmi al potere della trasformazione senza troppe resistenze, vivere il presente a pieno e stupirmi della leggerezza misteriosa del vento, di un battito d’ali screziate di riflessi azzurri, del pelo di un gatto nero che si offre pigro al sole inatteso di un pomeriggio di pioggia. Mi intenerisce sentire il profumo della terra bagnata, l’ombra e la luce fra le foglie di un bosco rinato, le parole della notte appese ai rami di arbusti fioriti, il colore improbabile di un paesaggio che si dipana davanti ai miei occhi increduli. Riconosco il privilegio di sentire i sapori di un cibo che non divoro, profumi che mi inebriano, il mistero di un mare scintillante che avvolge la mia pelle, generoso, profondo, tiepido.
Ho una fede immensa nella vita.
La danza mi conduce in luoghi dove non ho mai immaginato di stare, mi presenta nuove famiglie nelle quali mi riconosco al di là del sangue, ho meno paura dei “No” che si presentano a volte come una nuova ricchezza e mi affido con sana imprudenza ai “Si”, che profumano di nuove possibilità.
Il corpo invecchia, io no.
Sono giovane di speranza e d’Amore, fresco nel ritrovarmi di fronte ad esseri umani diversi da me, bambini inquieti e sapienti, donne con storie dai solchi gelati e sanguinanti, uomini gravidi di bagagli complessi, umanità che cammina.
Ancora mi inebrio della straordinaria diversità di occhi che posso guardare, perle luminose di un’unica radice che respira, avanza, danza.
Scopro il mistero soave di non aver nulla da difendere ne’ da dimostrare, corsa e passo soavi su di un prato che calpesto senza ansia di possedere e respiro, finalmente respiro, di un potere che non mi appartiene, patrimonio comune di uomini e donne creati per creare.
Batto le mani a me stesso quando quello che in altri tempi mi turbava adesso mi pare parte della coreografia più ampia di una vita in movimento.